Un buco che terrorizza la città | Il mistero che affascina e spaventa questo luogo siciliano da generazioni

Un luogo sotterraneo e inquietante, avvolto da leggende nere e da gocce che sembrano sussurrare storie antiche. Ecco il pozzo in cui, si dice, i fantasmi cercano ancora i loro sette.

A cura di Paolo Privitera
07 giugno 2025 12:00
Un buco che terrorizza la città | Il mistero che affascina e spaventa questo luogo siciliano da generazioni - Foto: Trip Advisor
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Nel cuore della roccia, un pozzo che custodisce più di acqua

Nel sottosuolo di Licata, proprio sotto gli occhi distratti dei passanti, esiste un luogo tanto affascinante quanto inquietante. È profondo 18 metri, scavato nella roccia viva, silenzioso e umido come un respiro trattenuto. Un tempo era la salvezza per un’intera città assetata. Oggi è anche qualcos’altro: un contenitore di memorie, misteri e leggende.

Il suo nome è Grangela, un sito nascosto ai piedi del Monte Sant’Angelo, poco distante dal Palazzo Municipale. Non ha età certa – forse pre-ellenico – ma è lì da secoli, con le sue pareti umide, le sue vasche di raccolta, i cunicoli ciechi e quel silenzio che racconta molto più delle parole.

Il cuore idrico di Licata (e dei suoi incubi)

Quando a Licata l’acqua scarseggiava, si scendeva giù, giù per un centinaio di gradini, fino alla vasca madre. Un’architettura ingegnosa, fatta di canali di raccolta, vasche di decantazione e aperture a diverse altezze per prelevarla anche nei periodi più aridi.

Eppure, per quanto vitale, quel posto non è mai stato solo un’opera idraulica. È il protagonista di una leggenda cupa, tramandata da generazioni e utilizzata, spesso, come strumento educativo un po’ spaventoso dai genitori locali.

I “Rianeddri”: le presenze che abitano la pietra

Secondo la tradizione popolare, nel pozzo vivrebbero ancora i Rianeddri, spiriti irrequieti che emergono dal buio nelle notti più silenziose. La loro missione? Trovare sette bambini, non uno di più, non uno di meno. Un numero che per la leggenda ha un potere speciale.

Una volta presi, li trascinerebbero giù, nel fondo del pozzo, dove li userebbero come sacrificio per ottenere l’accesso a un tesoro nascosto tra le rocce. Una storia che sa di ammonimento e brivido, ma che ha funzionato per generazioni: pochi bambini licatesi oserebbero avvicinarsi al pozzo da soli.

Tra acqua e mito, un sito da riscoprire

Oggi la Grangela è un luogo di memoria, un punto d’interesse archeologico e storico che racconta il rapporto antico tra uomo e natura, tra bisogno e ingegno. Ma nessuno si avvicina senza sentirsi almeno un po’ osservato, come se qualcosa, o qualcuno, ancora dimorasse tra quelle pareti umide.

Per chi ama il mistero che affonda nelle radici della Sicilia, la Grangela è molto più di un vecchio pozzo: è un frammento vivo di folklore, pronto a riemergere ogni volta che un bambino fa i capricci…

E forse, anche quando no.

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