Sta sconvolgendo chiunque ci è passato | L’ingresso segreto che nessuno conosce in Sicilia

Sembra un castello, ma non ci sono torri né mura. Solo teste scolpite ovunque, silenziose e ipnotiche. Ti porteremo dove la follia ha fatto nascere l’arte. E non vorrai più andar via.

A cura di Paolo Privitera
07 giugno 2025 15:00
Sta sconvolgendo chiunque ci è passato | L’ingresso segreto che nessuno conosce in Sicilia - Foto: Agatino Farò
Foto: Agatino Farò
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Nel cuore della Sicilia, dove le pietre hanno un volto

C’è un luogo, poco fuori Sciacca, dove la realtà si piega alla fantasia. Un sito che chiama sé stesso “castello”, ma che ha ben poco a che fare con torri e mura: niente ponti levatoi, niente stanze nobiliari. Solo teste. Ovunque. E un silenzio quasi religioso che avvolge ogni visitatore.

Appena imboccata la deviazione dalla statale 115, ci si addentra in un uliveto apparentemente ordinario. Ma pochi passi e qualcosa cambia. Sembra di entrare nella mente di qualcuno. Una mente tormentata. E incredibilmente geniale.

Un artista dimenticato. E la sua corte di pietra

Il nome del “signore” di questo castello non lo trovi scritto sui libri d’arte. Ma lo ricordi se lo incontri. Filippo Bentivegna, conosciuto come “Filippu di li testi”, nacque a Sciacca nel 1888.

Emigrato giovanissimo negli Stati Uniti, fu vittima di una brutale aggressione amorosa. Da allora, niente fu più come prima. Tornato in Sicilia, venne bollato come “pazzo”, rinchiuso, poi liberato. E infine ritiratosi da eremita su un terreno comprato coi risparmi di una vita.

Lì, lontano dal mondo e dalle sue regole, iniziò a scolpire. Pietra dopo pietra. Volto dopo volto. Un gesto quasi rituale, ripetuto fino alla fine dei suoi giorni.

Un percorso tra volti muti e voci interiori

Entrare nel cosiddetto “Castello Incantato” significa scivolare in un universo parallelo. Le sculture ti seguono con lo sguardo, pur senza muoversi. Alcune sono grandi, altre appena sbozzate. Alcune armoniche, altre disturbanti. Tutte vive.

Nessuna regola, nessuna firma, nessun pubblico. Bentivegna creava per sé. E per qualcosa che noi possiamo solo intuire.

Tra i sentieri, i profumi della Sicilia accompagnano la visita. Le palme, il vento, le ombre delle teste. C’è chi cerca la leggendaria “Grande Madre”, spirito che l’artista evocava nella sua solitudine creativa.

L’eredità di un folle. O forse di un profeta

Dichiarato infermo, ignorato in vita, oggi il suo parco è patrimonio della Regione Sicilia. Alcune sue opere sono custodite persino al Museo dell’Art Brut di Losanna.
Ma il vero museo è qui: tra la terra rossa, il silenzio, e lo sguardo fermo di centinaia di teste.

Non aspettarti grandi spiegazioni. Filippo non voleva spiegare. Voleva esistere. E in questo luogo, esiste ancora.

Se passerai da Sciacca, non chiedere indicazioni per un castello.

Cerca piuttosto un sentiero tra gli ulivi, e un silenzio che fa rumore. Troverai un uomo che ha lasciato tutto, tranne il suo segno nel mondo.
E un po’, se ascolti bene, potresti persino riconoscerti tra quelle pietre.

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