Sembra un fastidio, ma è un tesoro nascosto | Cosa ci fanno con quei cumuli sulle spiagge siciliane

Puzza, sì, ma vale oro: la pianta marina che inquina niente e può diventare concime, tessuti, energia. Ecco perché la Posidonia è il futuro (anche se non lo sai).

A cura di Paolo Privitera
04 giugno 2025 15:00
Sembra un fastidio, ma è un tesoro nascosto | Cosa ci fanno con quei cumuli sulle spiagge siciliane - Foto: Frédéric Ducarme/Wikipedia
Foto: Frédéric Ducarme/Wikipedia
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Posidonia sulle spiagge siciliane: da incubo dei bagnanti a risorsa del futuro

Con la bella stagione ormai alle porte, le spiagge siciliane si preparano ad accogliere i primi bagnanti, ma insieme agli ombrelloni e agli asciugamani, torna puntuale anche lei: la Posidonia oceanica.

Chi la conosce solo per l’odore pungente e l’aspetto sgradevole può restare sorpreso: non è un’alga, ma una vera e propria pianta marina, e no, non è affatto un rifiuto. Anzi: potrebbe diventare una delle risorse più preziose per l’ambiente e per l’economia circolare del Mediterraneo.

Un fastidio per i turisti, un segnale per gli scienziati

Ogni anno, tra maggio e giugno, questa pianta conclude il suo ciclo riproduttivo, rilasciando in mare le famose “olive di mare” e formando quei cumuli marroni sulla sabbia che tanto fanno storcere il naso ai turisti. Eppure, dove c’è Posidonia, c’è anche un mare sano: è un bioindicatore ambientale, segno che l’ecosistema funziona e la biodiversità è viva.

Dalla spiaggia al laboratorio: i mille usi della Posidonia

Mentre in molti la vorrebbero rimossa, la ricerca ha trovato il modo di trasformarla in risorsa:

  • 🪴 Concime naturale, dopo disidratazione e pulizia da microplastiche
  • 🏗️ Isolante termico ed ecologico per l’edilizia sostenibile
  • 👜 Tessuti e oggetti da spiaggia come borse, tappetini e passerelle
  • 🔋 Biometano, in alcune aree del Cilento
  • 🧴 Cosmetici naturali, grazie agli estratti delle lamine

Non si raccoglie a caso: serve un permesso

Attenzione però: la Posidonia non può essere rimossa liberamente, perché può contenere uova di uccelli protetti come il Fratino, e perché la sua presenza è fondamentale per gli ecosistemi costieri. Servono permessi amministrativi specifici, ed è compito delle amministrazioni comunali gestire con lungimiranza i cumuli spiaggiati, non solo per motivi ambientali, ma anche per un potenziale ritorno economico.

La prossima volta che la vedrai sulla riva, prima di storcere il naso, pensa a quanta energia, materiali e innovazione potrebbe racchiudere. In un mondo che guarda alla sostenibilità, la pianta più odiata dai bagnanti potrebbe essere la chiave per un futuro più verde.

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