Scoperta incredibile tra i Nebrodi | Le sorgenti segrete che nessuno conosce

Esplora le sorgenti del Simeto a Bronte: un viaggio tra geologia, biodiversità e paesaggi mozzafiato nel cuore della Sicilia orientale.

A cura di Paolo Privitera
02 giugno 2025 12:00
Scoperta incredibile tra i Nebrodi | Le sorgenti segrete che nessuno conosce - Foto: Pannucci Stefano/Wikipedia
Foto: Pannucci Stefano/Wikipedia
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Alle origini del Simeto: un viaggio tra natura e geologia

Il fiume Simeto, il più importante della Sicilia per estensione del bacino idrografico, nasce a circa 10 km a nord-ovest di Bronte, dall'unione dei torrenti Cutò, Martello e Saracena, che sgorgano dalle pendici dei Monti Nebrodi. Questo territorio, caratterizzato da dolci declivi e una ricca biodiversità, offre un'esperienza unica per gli amanti della natura e della geologia. 

Un ecosistema ricco di biodiversità

Le sorgenti del Simeto sono immerse in un ambiente naturale che ospita una varietà di specie vegetali e animali. Tra la flora si possono osservare salici bianchi, tamerici e oleandri, mentre la fauna comprende volpi, istrici, conigli selvatici e numerose specie di uccelli migratori. 

Le Forre laviche del Simeto: un monumento naturale

Proseguendo lungo il corso del fiume, si incontrano le Forre laviche del Simeto, gole scavate nel basalto formatosi in seguito a colate laviche provenienti dall'Etna. Queste formazioni geologiche, con pareti alte fino a 15 metri, offrono uno spettacolo mozzafiato e rappresentano un'importante area protetta per la conservazione degli habitat naturali. 

Un patrimonio da valorizzare

Le sorgenti del Simeto e le aree circostanti rappresentano un patrimonio naturale di inestimabile valore. Negli ultimi anni, sono stati avviati progetti di valorizzazione e promozione turistica del territorio, con l'obiettivo di preservare e far conoscere questa testimonianza unica della natura siciliana.

Curiosità: il Ponte dei Saraceni

Nei pressi delle Forre laviche del Simeto si trova il Ponte dei Saraceni, un antico ponte costruito con pietrame lavico misto a calcare bianco. Nonostante il nome, il ponte ha origini romane e rappresenta un importante esempio di ingegneria antica.

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