L'autore materiale della Strage di Capaci è un uomo libero

Giovanni Brusca libero: il boia di Capaci ha scontato la pena residua (4 anni di libertà vigilata). Collaborando, ebbe lo sconto di pena

A cura di Marco D'Urso
06 giugno 2025 20:18
L'autore materiale della Strage di Capaci è un uomo libero -
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Giovanni Brusca, l’ex capomafia di San Giuseppe Jato responsabile della strage di Capaci, è tornato completamente libero. Ha terminato a fine maggio i quattro anni di libertà vigilata che hanno seguito una detenzione durata 25 anni. Brusca è l’uomo che il 23 maggio 1992 azionò il telecomando che uccise Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta: Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.

Chi è Giovanni Brusca

Brusca è stato uno dei più spietati killer di "cosa nostra". Si è macchiato di decine di omicidi, tra cui quello atroce del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio di un collaboratore di giustizia: tenuto in ostaggio per 779 giorni, fu poi strangolato e sciolto nell’acido. Arrestato nel 1996, Brusca ha inizialmente simulato un pentimento, poi ha effettivamente collaborato con la giustizia, ottenendo così i benefici previsti dalla legge sui collaboratori.

Oggi vivrà sotto falsa identità, fuori dalla Sicilia, all’interno di un programma di protezione.

Maria Falcone: "Dolore personale, ma rispetto per la legge"

«Come sorella di Giovanni Falcone, provo dolore e rabbia. Ma come cittadina e donna delle Istituzioni devo riconoscere che la legge va rispettata» ha dichiarato Maria Falcone. Ricorda che la normativa che ha permesso la collaborazione di Brusca e la sua scarcerazione fu fortemente voluta proprio da suo fratello, il giudice Falcone, per colpire le mafie dall’interno.

«Brusca ha contribuito con le sue confessioni a numerosi arresti e confische – aggiunge – ma non ha detto tutto. Restano zone d’ombra, soprattutto sui beni a lui riconducibili. Colpire i mafiosi nei patrimoni è la vera punizione».

Indignazione tra i familiari delle vittime

Tina Montinaro, vedova del caposcorta Antonio Montinaro, non nasconde l’amarezza:
 «Questa non è giustizia. Dopo 33 anni non sappiamo ancora tutta la verità, e Brusca è un uomo libero. Mi aspetto che Palermo e l’Italia si indignino. Non si può restare indifferenti».

Alfredo Morvillo, fratello di Francesca Morvillo, mantiene una posizione di rigore:
 «Ha scontato la pena. La legge prevede questo. Ma resta un criminale».

Anche Giuseppe Costanza, autista sopravvissuto alla strage, è durissimo:
 «Non dovrebbe uscire mai. Chi uccide bambini, chi devasta famiglie, non può camminare libero. È un’offesa alla memoria dei morti».

Grasso: “Lo Stato ha vinto, grazie anche a quella legge”

Pietro Grasso, già procuratore nazionale antimafia, invita alla riflessione:
 «La rabbia è comprensibile, ma Brusca è stato uno strumento dello Stato per distruggere la Cupola. Con lui lo Stato ha vinto tre volte: quando lo ha catturato, quando lo ha fatto collaborare e ora che dimostra che la legge funziona. Ma se dovesse mai tornare a delinquere, non avrà più alcuno sconto».

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