La tradizione che nessuno ti ha mai raccontato | Il segreto assurdo del piatto catanese sta facendo impazzire tutti
A Catania la carne di cavallo è sacra: da piatto povero a culto di strada tra storia, fiamme e griglie roventi. Scopri l'incredibile ascesa!

Le origini umili di un culto infuocato
Nella Catania del dopoguerra, la carne di cavallo non era una scelta: era necessità. Più economica rispetto a manzo o maiale, veniva acquistata dai ceti popolari per il suo alto contenuto proteico e il costo contenuto. Inizialmente considerata una carne “minore”, la sua diffusione si lega alla cultura della sopravvivenza e dell’adattamento tipica dei catanesi.
Dalla macelleria al braciere: l’evoluzione catanese
Il vero punto di svolta avviene quando la carne di cavallo esce dalle macellerie equine e approda sulla brace bollente dei chioschi e dei ristoranti all'aperto. Nasce così una tradizione culinaria urbana, verace e popolare, dove il cavallo diventa protagonista di polpette, bistecche, salsicce e persino panini bollenti.
Il rito della brace nei quartieri popolari
A San Cristoforo, a Picanello e in via Plebiscito, si respira un’aria speziata di fumo e tradizione. Qui la brace non è solo cibo: è rito, identità, appartenenza. La gente si raduna attorno ai barbecue come attorno a un fuoco sacro. La grigliata è vissuta come un momento di aggregazione collettiva. In alcune famiglie catanesi, la domenica si mangia solo carne di cavallo.
Perché proprio il cavallo? Il valore nutritivo (e simbolico)
La carne equina è ricca di ferro, povera di grassi e molto digeribile. Per questo motivo era consigliata anche in ospedale, specialmente nei reparti di geriatria e pediatria. In Sicilia orientale — ma soprattutto a Catania — è diventata una sorta di totem culinario, che sfida i tabù e le mode.
La polemica animalista e la difesa della tradizione
Non mancano le critiche, soprattutto da parte delle associazioni animaliste, che vedono nella carne equina un retaggio da superare. Ma a Catania la risposta è chiara: “è parte della nostra storia”. I ristoratori rivendicano il valore della qualità, dell'allevamento controllato e della filiera tracciata.
Dai chioschi ai social: il culto che non muore
Oggi, i giovani catanesi rilanciano il culto della carne di cavallo anche sui social. Basta cercare “panino con carne di cavallo Catania” su TikTok o Instagram per trovare centinaia di video da milioni di visualizzazioni. Tra commenti entusiasti e scene di brace notturna, il culto continua, ancora più virale.