In pochi sanno cosa si nasconde dentro questa facciata | Palazzo dei Chierici a Catania e il segreto che pochi conoscono

A Catania c’è un palazzo barocco poco conosciuto dai catanesi, ma ricco di storia: il Palazzo dei Chierici, accanto al Duomo.

A cura di Paolo Privitera
27 giugno 2025 21:00
In pochi sanno cosa si nasconde dentro questa facciata | Palazzo dei Chierici a Catania e il segreto che pochi conoscono - Foto: Luca Aless/Wikipedia
Foto: Luca Aless/Wikipedia
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Un palazzo incastonato nel cuore pulsante di Catania

Proprio accanto al Duomo di Sant’Agata, nel cuore barocco di Catania, si erge un edificio che pochi turisti notano davvero, e che molti catanesi conoscono solo di nome: il Palazzo dei Chierici. Anche se affacciato su Piazza Duomo, sembra scomparire tra la Cattedrale e Porta Uzeda. Eppure, custodisce secoli di storia, arte e misteri clericali.

Un’eredità del barocco catanese post-terremoto

Costruito dopo il terremoto devastante del 1693, il palazzo fu progettato in stile tardo-barocco, su disegno attribuito a Giovan Battista Vaccarini, lo stesso architetto che plasmò gran parte del volto moderno di Catania. Il palazzo serviva da residenza e sede amministrativa del Capitolo dei Chierici della Cattedrale, ed è uno dei pochi edifici che mantiene ancora oggi una connessione architettonica con la Porta Uzeda tramite un passaggio coperto.

La “Porta dei morti”: un collegamento tra fede e morte

Una delle curiosità più inquietanti è che dal Palazzo dei Chierici partiva un antico collegamento con il Camposanto Vecchio, oggi non più visibile. Questo passaggio, conosciuto come "Porta dei Morti", permetteva di portare i defunti direttamente dalla Cattedrale ai sotterranei per le sepolture, evitando la folla. Un dettaglio che unisce sacro, pratico e misterioso nella vita quotidiana catanese di un tempo.

Oggi museo, ma con un’anima nascosta

Oggi il Palazzo dei Chierici ospita il Museo Diocesano di Catania, con esposizioni che spaziano da arredi liturgici a opere d’arte sacra di pregio. Tra queste, pezzi storici legati a Sant’Agata, come le preziose carrozze usate durante le processioni storiche. Ma il palazzo mantiene ancora spazi chiusi al pubblico, come le antiche stanze degli archivi ecclesiastici e la biblioteca riservata del clero, mai aperte ai visitatori.

Tra fuoco e fede: sopravvissuto a lava ed eruzioni

Uno degli aspetti più affascinanti del palazzo è la sua resistenza nel tempo. Si trova a pochi metri dal percorso della lava dell’eruzione del 1669, e proprio il muro della Porta Uzeda (a cui è collegato) servì da barriera per deviare il flusso lavico. Questo lo rende uno degli ultimi baluardi superstiti della vecchia Catania, un sopravvissuto silenzioso tra macerie e ricostruzioni.

Curiosità: non solo sede del clero

Il palazzo non era solo sede del clero: ospitava riunioni, incontri e gestione patrimoniale della Diocesi, e rappresentava una cerniera tra la dimensione religiosa e quella amministrativa. La sua posizione strategica, incastonata tra il Duomo e l’ingresso alla città (Porta Uzeda), lo rendeva uno snodo vitale per la Catania del Settecento.

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