Il muro che inganna i catanesi | Dietro gli Archi della Marina si nasconde un segreto lungo due secoli
Un muro che tutti vedono ma pochi conoscono davvero: ecco cosa si cela dietro gli Archi della Marina, nel cuore pulsante di Catania.

Il muro che tutti vedono… ma non guardano davvero
A Catania, tra piazza dei Martiri e la pescheria, si estende un lunghissimo muro ad archi che ha accompagnato la città per oltre due secoli. È il muro della ferrovia — conosciuto dai catanesi come gli Archi della Marina — e non è un semplice manufatto in pietra lavica. È un monumento urbano nascosto in piena vista, che racconta una storia di progresso, distruzione e rinascita.
Da barriera ferroviaria a monumento cittadino
Originariamente costruiti nel 1867 per consentire il passaggio della ferrovia Catania-Siracusa, gli archi sorreggevano il tracciato sopraelevato della linea ferroviaria che attraversava la città. In quel periodo, la ferrovia tagliava letteralmente Catania in due, allontanando il centro storico dal mare.
Un simbolo di modernità, ma anche una ferita urbanistica.
Archi che parlano: simboli, trasformazioni e graffiti
Nel tempo, quegli archi si sono trasformati in tele di arte urbana, rifugi per senzatetto, ma anche spazi di memoria. I catanesi li usano come punto di riferimento per muoversi nel centro, ma pochi sanno che dietro ogni arco si cela un pezzo di città sommersa: alcuni passaggi conducono a vecchie officine, altri a depositi murati da decenni.

Quando gli archi salvarono la città
Durante la Seconda Guerra Mondiale, gli archi della Marina giocarono un ruolo inaspettato: vennero usati come rifugio antiaereo dai cittadini durante i bombardamenti del 1943. In quegli istanti, quelle strutture di pietra lavica si trasformarono in salvezza, proteggendo centinaia di vite catanesi.
Il futuro degli archi: tra restauro e riuso urbano
Oggi gli Archi della Marina sono al centro di progetti di riqualificazione che puntano a renderli spazi espositivi, culturali o commerciali. Alcuni tratti sono già stati trasformati in gallerie d’arte, spazi per eventi o negozi artigianali, ma la maggior parte attende ancora un recupero strutturale e identitario.
Catania guarda agli archi come un ponte tra passato e futuro.