Il borgo ai piedi dei Peloritani dove l’arte parla sui muri | E il nome sussurra un antico confine
Scavato tra le montagne e protetto da un’antica leggenda, questo borgo siciliano è un gioiello nascosto tra santi, murales e misteri da scoprire.

Un nome antico, un’anima sospesa tra arte e leggenda
Lo chiamavano Limen, confine per i latini, Limne, palude per i greci. Ma Limina è molto di più. Questo borgo, abbarbicato a 550 metri d’altitudine tra i Monti Peloritani, si affaccia sulla spettacolare Valle d’Agrò con una storia millenaria intrecciata tra sacro, arte e mito.
Siamo nel cuore del messinese ionico, dove la natura impervia e il tempo lento hanno scolpito paesi come Savoca, Forza d’Agrò, Casalvecchio Siculo e Roccafiorita. Tutti stretti dentro vallate inaccessibili, sorte su tracce che risalgono al Neolitico.
Una storia fatta di battaglie e santi
Le cronache antiche parlano di Limina già durante la Prima Guerra Punica, teatro di scontri tra Romani e Cartaginesi. Ma il borgo ha conosciuto davvero ogni epoca: dai Sicani ai Greci, dai Bizantini agli Arabi, fino ai Normanni, lasciando dietro di sé un mosaico di culture.
Un’epoca d’oro fu quella legata alla lavorazione della seta e all’estrazione mineraria, grazie anche alla presenza di una fiorente comunità ebraica.
Ma ciò che ancora oggi incanta è il cuore spirituale del borgo. A cominciare dalla Chiesa Madre di San Sebastiano e dalla Chiesa di Santa Maria delle Preci, veri scrigni d’arte sacra. E poi c’è lei, la Chiesa di San Filippo d’Agira, dove aleggia la leggenda del taumaturgo dagli occhi vetrosi e la pelle scura, annerita – si dice – dai fumi degli spiriti durante gli esorcismi.
Il giorno in cui Limina si veste di carta colorata
Ogni 12 maggio, Limina si accende di devozione per la festa di San Filippo. Il simulacro del Santo percorre le vie del borgo tra una pioggia di “nzareddi”, lunghe strisce di carta che danzano nell’aria tra folklore e fede. Una celebrazione che ogni anno attira pellegrini da tutta la Sicilia, affascinati da questa commistione di sacro e popolare.
Un museo a cielo aperto tra i vicoli del borgo
Nel 1985 Limina è diventata anche un villaggio d’arte. Dieci pittori peloritani hanno trasformato i muri di case e palazzi in una galleria all’aperto, dipingendo i celebri “Venti Murales”: opere colorate che raccontano storie, radici e leggende del territorio.
Tra rocce, gole e panorami a perdita d’occhio
La vista che si gode da Limina è un abbraccio naturale: da Monte Vernà alla Rocca di Novara, fino a Montagna Grande. Ai suoi piedi, le Gole dell’Aranciara scavano la terra con il loro corso d’acqua selvaggio, offrendo uno spettacolo naturale perfetto per escursioni e giornate di pace.
Chi vuole arrivarci deve uscire a Roccalumera dall’autostrada Messina-Catania e puntare verso l’interno, passando da Sant’Alessio Siculo. Ma attenzione: Limina non si attraversa, Limina si scopre. E si ascolta.
