Ci sono due “Abissi” che sussurrano dal sottosuolo | Il paesaggio più alieno (e poco noto) della Sicilia

Fra sentieri nascosti e colline solitarie, si apre una delle meraviglie geologiche più insolite d’Italia: ti portiamo dove la terra respira (e ribolle) sotto i piedi.

A cura di Paolo Privitera
05 giugno 2025 15:00
Ci sono due “Abissi” che sussurrano dal sottosuolo | Il paesaggio più alieno (e poco noto) della Sicilia - Foto: Mauro Fornasero
Foto: Mauro Fornasero
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Il cuore fangoso e misterioso dell’entroterra siciliano

C’è una Sicilia che non ti aspetti, fatta non solo di spiagge dorate e borghi in cima ai monti, ma anche di vulcanelli di fango che ribollono silenziosi tra sterpaglie e silenzi profondi. Li chiamano Maccalube, e per trovarli devi addentrarti nell’entroterra agrigentino, in una zona ancora poco esplorata anche dai siciliani stessi.

Le mappe digitali non aiutano: alcuni dicono che siamo a Cianciana, altri a Cattolica Eraclea, e nel mezzo spuntano anche i nomi di Bivona, Ribera e Monte Sara. In realtà, qui tutto si mescola: confini, storie e soprattutto paesaggi.

Un cammino tra terra, gas e silenzio assoluto

Superati i primi 5 km dalla statale, ci si ritrova su una vecchia tratta ferroviaria trasformata in sterrato, dove solo jeep e trattori passano indenni. Gli altri, camminano. Ma chi prosegue a piedi, si guadagna un'esperienza quasi lunare.

Dopo quasi 2 km tra saliscendi e cancelli da superare, si arriva finalmente al cuore dell’area: due crateri fangosi, distanti circa 350 metri l’uno dall’altro. Li chiamano Abisso Grande e Abisso Piccolo, ma non lasciarti ingannare: il silenzio che li circonda ha un’eco profonda.

Qui il suolo sussurra (e borbotta) da millenni

Una volta arrivati, l’odore di zolfo e metano riempie l’aria. Il suolo, bagnato e vischioso, emette bolle regolari, piccoli sbuffi che sembrano battiti del cuore della terra. Secondo alcuni racconti locali, come quello del signor Nino, una corda da 180 metri venne calata dentro uno degli abissi… senza mai toccare il fondo.

Un potenziale ancora inespresso

Nonostante la loro bellezza e unicità, le Maccalube non sono ancora inserite in un circuito turistico strutturato. Eppure, i fanghi che fuoriescono sono ricchi di proprietà, un tempo usati per alleviare dolori o per la lavorazione dell’argilla e delle tegole.

Oggi si parla di trasformare l’area in Zona F, riconoscendone valore naturalistico e geologico. Ma tutto resta sulla carta.

Un paesaggio che merita di essere scoperto

Se ami le mete insolite, i cammini sconosciuti, i luoghi in cui la natura parla a voce bassa, le Maccalube sono un’esperienza da vivere. La Sicilia, in fondo, non smette mai di sorprendere. E nel suo cuore d’argilla, nascosto tra pascoli e vecchie ferrovie, ci sono ancora segreti che ribollono piano, da millenni.

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