Le colate laviche del versante sud | Come l’Etna cancella e ridisegna il paesaggio davanti agli occhi dei catanesi
Le colate laviche del versante sud dell’Etna hanno più volte riscritto la geografia della provincia di Catania. Un processo naturale che i catanesi conoscono da secoli.

Un vulcano che non si ferma mai
L’Etna non è un vulcano qualunque. È il più alto d’Europa e tra i più attivi del pianeta. Il suo versante meridionale, che guarda verso Catania, è uno dei più dinamici e fragili.
Nel corso dei secoli, decine di colate laviche sono scese da questo fianco del vulcano, coprendo boschi, campi, villaggi e perfino centri abitati, modificando la geografia del territorio in modo spesso irreversibile.
Le colate più devastanti: 1669, 1983, 2001
La colata del 1669 è la più famosa e catastrofica: partì da un sistema di fratture vicino a Nicolosi e raggiunse il centro storico di Catania, distruggendo paesi come Misterbianco e Mascalucia, arrivando fino al mare.
È considerata la più lunga eruzione storica etnea, durata 122 giorni.
Più recenti, ma non meno impressionanti, le eruzioni del 1983 e del 2001: in entrambi i casi la lava ha minacciato la zona turistica del Rifugio Sapienza e alcune aree infrastrutturali, come gli impianti sciistici e la funivia dell’Etna.
Un paesaggio in continua trasformazione
Le colate laviche del versante sud, nel tempo, hanno cancellato vallate, riempito depressioni e creato nuovi rilievi. Molte delle attuali piane laviche nere, come quelle di Monte Nero degli Zappini o Monte Frumento delle Concazze, sono frutto di stratificazioni laviche successive.
La vegetazione impiega decenni o secoli a ricrescere, partendo da specie “pioniere” come licheni, ginestre e betulle dell’Etna. Questo lento processo di rigenerazione fa sì che ogni colata sia una cesura netta tra il prima e il dopo.
Cosa cambia per i catanesi?
Ogni colata non è solo un fenomeno naturale: ha ripercussioni dirette su viabilità, abitazioni, turismo, economia agricola.
La strada provinciale Mareneve, ad esempio, è stata più volte interrotta o deviata a causa delle colate, così come i percorsi escursionistici e alcune infrastrutture energetiche e turistiche.
Molti catanesi ricordano gli anni in cui le colate si fermavano a pochi metri da case e alberghi, sorvegliate notte e giorno dai vulcanologi.
Le colate, viste dallo spazio
Grazie ai satelliti Sentinel dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), oggi è possibile monitorare in tempo reale l’evoluzione delle colate sul versante sud. Le immagini mostrano vere e proprie strade di fuoco che si aprono nel buio della notte, e documentano la velocità di avanzamento, l’energia termica e l’impatto topografico.
Queste tecnologie aiutano i catanesi a prevedere gli effetti delle eruzioni e a pianificare interventi di contenimento e evacuazione.
Curiosità: il Rifugio Sapienza è stato deviato dalla lava
Durante l’eruzione del 1983, la colata lavica in discesa verso il Rifugio Sapienza fu fisicamente deviata grazie a un’operazione di ingegneria vulcanica senza precedenti in Italia.
Furono utilizzati esplosivi e barriere artificiali per spingere il fronte lavico in una direzione diversa, salvando il rifugio e gli impianti turistici.
L’evento è studiato ancora oggi come esempio riuscito di intervento umano su un flusso lavico attivo.