Il clima dell’Etna | Escursioni termiche, microclimi e neve accanto alla lava che stupiscono i catanesi
L’Etna nasconde uno dei climi più estremi e affascinanti d’Italia. Scopri perché i catanesi vivono a pochi chilometri da un vulcano dove può nevicare accanto a una colata lavica.

Il vulcano più alto d’Europa ha anche il clima più estremo
L’Etna, con i suoi 3.324 metri di altezza, domina la provincia di Catania e incide profondamente non solo sul paesaggio, ma anche sul clima locale.
I catanesi, abituati al clima mediterraneo della costa, si ritrovano a vivere accanto a un vulcano dove si verificano forti escursioni termiche, microclimi variabili e fenomeni meteorologici eccezionali nel giro di pochi chilometri.
Dalla spiaggia alla neve in un’ora
È possibile salire da Catania città alla cima dell’Etna in meno di un’ora d’auto e passare da temperature di 25°C a zero gradi o addirittura sotto lo zero in inverno.
Le escursioni termiche giornaliere sull’Etna, soprattutto nei periodi primaverili e autunnali, possono superare i 20°C tra giorno e notte.
Questo fa dell’Etna un ambiente estremamente dinamico, dove neve e lava possono coesistere durante lo stesso evento eruttivo, offrendo spettacoli naturali unici al mondo.
I microclimi dell’Etna: un laboratorio a cielo aperto
Grazie alla sua altitudine, esposizione e morfologia, l’Etna ospita una varietà di microclimi che cambiano rapidamente in funzione dell’altitudine e del versante.
In particolare, si distinguono 4 fasce climatiche:
- Fascia mediterranea (0–800 m): clima mite e umido, tipico della costa
- Fascia submontana (800–1.600 m): clima temperato con inverni freddi
- Fascia montana (1.600–2.500 m): clima freddo e secco
- Fascia nivale-sommitale (oltre 2.500 m): clima d’alta montagna, con temperature estreme e venti fortissimi
Questa varietà di condizioni genera ecosistemi distinti e permette lo sviluppo di biodiversità unica, tra cui piante endemiche e animali adattati alle alte quote.
I venti e le inversioni termiche
L’Etna è anche una “fabbrica di vento”. La combinazione di altitudine e aperture vallive (come la Valle del Bove) genera correnti d’aria ascendenti che influenzano anche il clima della città di Catania.
Inoltre, sono frequenti le inversioni termiche: fenomeni in cui l’aria fredda ristagna a bassa quota mentre in vetta le temperature possono essere più miti.
Questo spiega perché alcune mattine d’inverno si congela a Nicolosi, mentre sul cratere si scioglie la neve.
La neve sull’Etna: un fenomeno (non più così) scontato
Per secoli, i catanesi hanno raccolto la neve dell’Etna per conservarla nelle neviere e usarla in estate come refrigerio naturale, o per la produzione di sciroppi e granite.
Oggi, il manto nevoso si forma da novembre a maggio ma risente dei cambiamenti climatici, con una diminuzione media annua dell’accumulo nevoso.
Tuttavia, lo sci sull’Etna è ancora praticabile nelle aree di Piano Provenzana (versante nord) e Rifugio Sapienza (sud), regalando agli sportivi discese tra lava e mare.
Curiosità: la neve dell’Etna un tempo era un business per Catania
Nel XVIII e XIX secolo, l’industria della neve dell’Etna era così sviluppata da rappresentare una voce economica importante per Catania.
Decine di “nevaroli” trasportavano blocchi di ghiaccio dalle neviere dell’Etna fino alla città, dove venivano venduti nei mercati o usati dai nobili per raffreddare cibi e bevande.
Resti di antiche neviere in pietra lavica si trovano ancora oggi in località come Monte Fontane, Serra La Nave e Monte Crisimo.