Betula aetnensis: un tesoro raro conservato sull'Etna

La Betulla aetnensis è la Signora dei Boschi, una rarità che nel Sud Italia solo l'Etna conserva

A cura di Simona Lo Certo
25 marzo 2024 01:00
Betula aetnensis: un tesoro raro conservato sull'Etna
Condividi

etna">Betulla aetnensis, una specie esclusiva dell’Etna

A Muntagna è proprio meravigliosa, ricca com’è di flora e di fauna rare, che tutto il mondo invidia al vulcano più alto dell’Europa e più attivo del mondo.

L’Etna vanta infatti delle specie di piante e di animali che sono inesistenti in altre parti del pianeta o che, negli anni, hanno preferito il suo habitat naturale dove trasferirsi. Come ad esempio è successo alla Betulla bianca, ancora oggi visibile nel versante nord-est dove si trovano i Monti Sartorius.

La Betula aethensis è una vera rarità che si incontra sul sentiero lungo questo fianco dell’Etna e che abbaglia con il suo particolare colore bianco, che emerge lucente dal nero della pietra lavica. Si tratta di una pianta che può definirsi endemica del territorio etneo, visto che è presente lì da diversi secoli e che vanta un’interessante storia.

Scopri la storia etnea della Betulla bianca!

Mr e Mss Betulla

Dal Nord Europa al Sud Italia, la storia della Betulla dell’Etna

La Betula aetnensis è una varietà di albero che appartiene alla famiglia delle Betulaceae, originaria del Nord Europa e dell’Asia settentrionale e presente in Italia sulle Alpi, sull’Appennino settentrionale e su quello campano, ma al sud solo sull’Etna.

È nel territorio etneo che la Betulla bianca è nota come la Signora dei Boschi, sin da quando è arrivata dopo alla seconda glaciazione di circa 10000 anni fa.

Alla ricerca di temperature più calde o più miti, piano piano, dalla fredda Siberia, la Betulla si è spostata in Sicilia, dove ha trovato il suo habitat naturale sull’Etna dove, adattandosi, ha assunto un aspetto a cespuglio per creare una zona d’ombra più ampia.

È proprio qui che, da anni ormai, la Betulla cerca di sopravvivere nonostante il cambiamento climatico e gli agenti esterni quali delle particolari specie di funghi. La capacità di adattamento della Betulla ha contribuito però alla sua sopravvivenza e permette a tutti di ammirarla ancora oggi in tutta la sua maestosità.

Ma cos’è che rende la Betulla dell’Etna un simbolo di resilienza? Scoprilo continuando a scorrere!

La betulla bianca, simbolo etneo di resilienza

È proprio vero che dalla natura si possono apprendere molte cose e, se si sa ascoltare, è possibile trarre lo stimolo giusto per affrontare la vita di tutti i giorni.

La natura offre infatti molti esempi pratici di come bisogna affrontarla e invita chi la segue a non mollare, ma anzi a credere sempre in se stessi e nelle proprie capacità. Ne è esempio concreto la Betulla dell’Etna che, similmente alla gialla ginestra, non solo riesce a nascere nella pietra vulcanica, ma anche a mantenersi florida e fertile nel tempo.

Grazie al suo apparato conduttore infatti, la Signora dei boschi etnei riesce a sopravvivere in condizioni di caldo e freddo estremi e a crescere adattandosi e sviluppando caratteri propri ed esclusivi. Basti considerare che è grazie al candore del suo tronco che riesce a proteggersi dai raggi del Sole o che il suo particolare aspetto a cespuglio sia una conseguenza diretta della ricerca di ombra.

E che dire della resilienza mostrata dalla Betulla in presenza di forti raffiche di vento che soffia sulle sommità etnee? Basti guardare la foto sopra per capire che questo esemplare di albero “si abbatte, ma non si spezza”, divenendo così a buon diritto il simbolo della vita che tutti dovrebbero far proprio per non mollare mai la presa.

Un simbolo che dovrebbe essere preservato per la sua rarità e che tutti noi dovremmo salvaguardare ringraziandolo di aver scelto anni fa la nostra Etna come suo rifugio naturale.

Ti è piaciuto questo articolo? Seguici...

Via Newsletter

Niente spam, solo notizie interessanti. Proseguendo accetti la Privacy Policy.

Sui Canali Social