Inaugurazione anno giudiziario a Catania: le parole del Presidente della Corte d'Appello della città etnea

Nella sua relazione il Presidente Filippo Pennisi fa il punto tra criticità, punti di forza e prospettive future

27 gennaio 2024 16:48
Inaugurazione anno giudiziario a Catania: le parole del Presidente della Corte d'Appello della città etnea
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Nella relazione d’apertura dell’Anno giudiziario sull’amminstrazione della giustizia nel periodo 1 luglio 2022 – 30 giugno 2023, il Presidente della Corte d’Appello Filippo Pennisi, illustra la situazione del distretto di Catania sottolineando che “i buoni risultati sono stati ottenuti con risorse umane e materiali ridotte, in contesti logistici e tecnologici spesso precari”.

Nello specifico, è stato sottolineato da un lato un organico carente del 12 per cento di magistrati e del 20 per cento di figure amministrative, dall’altro la mancanza di adeguati spazi che in buona parte dovrebbe essere colmata dalla nuova cittadella giudiziaria di viale Africa, che tuttavia non sarà fruibile prima del 2025. “Di fronte alle ripetute denunzie di inadeguatezza delle risorse ordinarie e delle infrastrutture disponibili si continua semplicemente a ignorare il problema – ha scritto Pennisi – ovvero a liquidarlo sbrigativamente rifugiandosi nell’invocazione di comodo per una riforma della giustizia dai contorni indefiniti, e perciò buona per ogni stagione”.

Passando poi all’illustrazione della situazione del comparto minorile della città, mette l’accento sul fatto che il distretto di Catania “si segnala come uno dei territori più esposti dal punto di vista della devianza minorile, che matura in contesti altamente degradati e spesso controllati dalla criminalità organizzata, per di più con un apparato amministrativo assai carente in termini di servizi di prevenzione e accompagnamento pedagogico”.

Continua dicendo che “gli altissimi tassi di devianza minorile vanno letti anche in correlazione agli allarmanti dati dell’abbandono scolastico che nella città metropolitana di Catania si attesta intorno a una percentuale del 25,2%”. Tale dato unitamente ai numeri della devianza giovanile, “pone la città a livelli di primato nazionale, addirittura prima tra le quattordici città metropolitane”.

Sottolinea poi però le politiche di intervento attuate in questo problematico settore, rilevando che “anche su impulso del Tribunale e della Procura per i minorenni, in accordo con le pubbliche amministrazioni competenti, sono state sviluppate e attuate nuove strategie di intervento, a partire dalla costituzione di un Osservatorio di monitoraggio della condizione minorile, che fin dalle prime riunioni ha posto al centro della propria attenzione il tema della dispersione scolastica, e dalla sottoscrizione di un protocollo d’intesa per la rimodulazione delle modalità di erogazione del cosiddetto reddito di cittadinanza, con lo specifico obiettivo di vincolare i relativi trasferimenti monetari alla frequenza scolastica dei minorenni figli dei beneficiari ovvero alle condizioni fissate nel patto di inclusione dei percettori”. Inoltre con il protocollo ‘Liberi di scegliere’, nel periodo in esame, “quattro donne appartenenti a organizzazioni criminali di vertice hanno deciso di aderire ai percorsi di tale progetto e scelto di essere aiutate ad andare via dalla Sicilia con i figli minorenni, proprio allo scopo di sottrarli a un destino ineluttabile; una di loro ha addirittura deciso di accettare il programma di protezione e, pertanto, è stata sottoposta alle speciali misure tutorie previste per i collaboratori di giustizia”.

Erano presenti all’evento, così come da tradizione, le principali autorità del territorio: il sindaco della città Enzo Trantino, il vicepresidente della Regione Luca Sammartino, la prefetta Maria Carmela Librizzi, il rettore dell’Università Francesco Priolo e l’arcivescovo Monsignor Luigi Renna.

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