Ambulanza della Morte: barelliere condannato all'ergastolo
Condanna all'ergastolo confermata per Davide Garofalo, il barelliere accusato di aver ucciso tre malati terminali iniettando loro aria durante il trasporto da ospedale a casa
Condanna all’ergastolo confermata per Davide Garofalo, il barelliere accusato di aver ucciso tre malati terminali iniettando loro aria durante il trasporto da ospedale a casa. Mercoledì sera, la decisione della Corte d’Appello etnea è diventata definitiva.
La lettura del verdetto è stata effettuata dalla prima sezione della Cassazione, presieduta da Siani e relatore Centofanti. Nel corso della mattinata, il Procuratore Generale, l’avvocato difensore Salvatore Liotta e gli avvocati delle parti civili, tra cui l’avvocato Carmelo Calì dell’Asp, avevano discusso il caso. Con questa decisione si conclude uno dei processi derivati dall’inchiesta conosciuta come “Ambulanza della morte“. Le indagini sono state avviate grazie alle testimonianze dei fratelli Luca e Giuseppe Arena, ex imprenditori di pompe funebri di Biancavilla, che hanno denunciato i clan mafiosi. Sono stati loro a rivelare le pratiche mortali, anche in un servizio de Le Iene. Le iniezioni d’aria provocavano embolia nei malati terminali. E tutto questo per un profitto di poche centinaia di euro.
Le morti contestate a Garofalo sono state accertate tra il 2014 e il 2016. Ai parenti delle vittime è stato riferito che si trattava di “aggravamenti improvvisi” delle loro patologie preesistenti. Questo avrebbe garantito un guadagno sicuro di poche centinaia di euro per le spese funerarie. Secondo l’inchiesta, una parte di questi introiti doveva finire nelle casse dei clan di Biancavilla e Adrano, rendendo l’accusa di omicidio ancora più grave a causa del coinvolgimento della criminalità organizzata.
La Corte d’Assise nella sentenza di primo grado fu categorica. Affermò che l’imputato aveva agito senza mostrare alcuna compassione. “Davide Garofalo non si è fermato nemmeno nel caso in cui una delle vittime fosse sopravvissuta alle prime insufflazioni di aria, continuando a colpire la stessa persona fino a completare il suo piano criminale”.