Oasi del Simeto, la Riserva Naturale Catanese tra Storia e Leggenda

Scopri la storia, la leggenda e le curiosità sull'oasi del simeto di Catania

A cura di Simona Lo Certo
15 marzo 2024 10:00
Oasi del Simeto, la Riserva Naturale Catanese tra Storia e Leggenda
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Oasi del Simeto, la Riserva Naturale di Catania

Il territorio catanese vanta luoghi suggestivi, prestigiose aree verdi e paesaggi incantevoli e quasi incontaminati, dove ancora oggi è possibile assaporare la vera essenza della natura. Lo sa bene il catanese che, per vivere un’emozione unica e immergersi nella natura, sceglie l’Oasi del Simeto, la Riserva naturale che si trova alle porte della città, al confine sud della Piana di Catania.

La Riserva dell’Oasi del Simeto si estende per circa 2000 ettari di terreno e comprende anche la zona limitrofa alla foce del fiume Gornalunga, lungo la quale si trovano piante fluviali di altissimo valore ambientale. Si tratta di un’area protetta che è stata istituita a tutela della fauna e dalla flora presenti in loco, dove, nelle zone più umide fanno il nido numerose specie di uccelli, molte delle quali a rischio di estinzione. Ancora oggi, nonostante l’intensa presenza dell’uomo all’interno della Riserva, è possibile ammirare questi volatili nel loro habitat naturale e praticare del sano Birdwatching senza infastidirli.

E così, alla ricerca di una boccata d’aria e di un posto tranquillo non lontano dalla città, il catanese che ama la natura si immerge tra i sentieri dell’Oasi del Simeto e, a piedi o in bici, si ritrova tra l’Etna e il mare, in un luogo incantevole e quasi fiabesco.

A rendere ancora più surreale l’Oasi del Simeto è la sua storia, circondata com’è da un alone di mistero, alimentato ancora oggi dai racconti di chi da anni la vive e la conosce bene. 

Se sei curioso di conoscere la storia dell’Oasi del Simeto non perdertela e continua a leggere!

Riserva simeto

L’Oasi del Simeto tra storia e leggenda

La Riserva Naturale Orientata dell’Oasi del Simeto è stata istituita nel 1975 da Wendy Hennessy Mazza e dalla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) allo scopo di proteggere e tutelare le specie di uccelli presenti nell’area dall’impatto umano. Passata poi sotto la sovrintendenza della Regione Sicilia nel 1984, la riserva comprendeva il paesaggio lacustre a sud della città di Catania, caratterizzato non solo dal fiume Simeto, ma anche dal lago di Gornalunga, dal lago Gurnazza e dalle Salatelle. Negli anni 50, poi, il territorio della riserva venne attraversato dal Ponte primo Sole e sfruttato sempre più dall’uomo, che iniziò un’intesa e incontrastata attività edilizia.

La storia dell’Oasi del Simeto si mescola però alla leggenda, che viene tramandata da secoli e che racconta la morte del romano Quinziano, che, dopo aver fatto giustiziare la giovane Agata, fuggì dalla città e annegò nel fiume Simeto mentre cercava di attraversarlo in sella al suo cavallo. Sembra che, durante le notti dei festeggiamenti agatini, si senta ancora oggi il nitrire del cavallo di Quinziano e la voce dello stesso proconsole romano che implora la giovane martire.

C’è chi crede e chi no, ma comunque il silenzio dell’Oasi del Simeto è tale da lasciar qualche dubbio e da indurre chi ancora non l’avesse fatto a visitare questa importante riserva naturale catanese.

Una Riserva da Preservare

Ancora oggi la Riserva Naturale dell’Oasi del Simeto è oggetto di un acceso dibattito tra coloro che vorrebbero preservare questo paesaggio naturale dalla presenza umana e chi, invece, continua a costruire case di villeggiatura. Oltre ad essere un’ambita meta di turisti e di ambientalisti, l’Oasi del Simeto è un pezzo di polmone verde della città di Catania, un tesoro nel quale è possibile ammirare l’ambra del Simeto, osservare specie rare di Pollo Sultano, di Falchi di palude e di altri uccelli che nidificano sulla riva del fiume; ma anche immergersi tra la fitta vegetazione che contraddistingue la Macchia Mediterranea.

In attesa di nuovi risvolti da parte delle autorità competenti, ancora oggi, la Riserva Naturale dell’Oasi del Simeto sopravvive all’intenso abuso edilizio, che, se fosse gestito in modo adeguato, offrirebbe all’Oasi e a tutta Catania un’occasione per rivalutare un’area di altissimo valore paesaggistico.

Fonte fotohttps://www.pinterest.it/pin/805511083329596416/

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