Il Castello Ursino: un Tour tra Mito, Storia ed Esoterismo

Scopri tutto ciò che non sai sul monumeto più antico della città: il Castello Ursino!

A cura di Simona Lo Certo
14 marzo 2024 01:00
Il Castello Ursino: un Tour tra Mito, Storia ed Esoterismo
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Il Castello Ursino, l’Antico Presidio Difensivo di Catania

Imponente, maestoso e possente, il Castello Ursino a Catania è uno dei monumenti più antichi della città, che si trova in Piazza Federico di Svevia dove un tempo arrivava l’acqua del mare e che deriva il proprio nome dal latino “Castrum Sinus”, letteralmente “il castello del golfo” o dall’omonima famiglia che lo abitò nel XIII secolo.

Commissionato da Federico II di Svevia tra il 1239 e il 1250 e realizzato sul progetto dell’architetto Riccardo da Lentini che decise di renderlo simbolo dell’autorità e del potere imperiale (simboleggiato anche dall’aquila che artiglia una lepre sita sulla parte settentrionale del portale d’ingresso, che voleva essere un monito per i catanesi), il Castello Ursino nacque come valido presidio difensivo e per questo motivo sorgeva su un promontorio circondato dal mare. Le eruzioni successive ne cambiarono il profilo circostante: ecco perché oggi ci troviamo con castello che si erge al centro della città e non più sul mare.

Alla fine del ‘200 il Castello Ursino è stato trasformato nella dimora ufficiale della dinastia aragonese, nella quale nel 1283 fu convocato il primo Parlamento siciliano da Pietro d’Aragona. Nel XV secolo poi, il Castello Ursino ospitò la residenza dei Vicerè spagnoli, che ingaggiarono Giovanni de Vega per apportare alcune modifiche strutturali quali l’apertura sulla facciata interna delle grandi finestre rinascimentali e l’aggiunta di nuove fortificazioni.

Il secolo successivo segnò un momento di declino di Castello Ursino, che in quel periodo venne adibito a carcere fino a quando, prima, lo raggiunse la colata lavica del 1669, allontanandolo dal mare e coprendo i suoi bastioni e le basi a scarpa delle torri e, poi, il terremoto del 1693 ne danneggiò ulteriormente le semi-torri ad est, a sud ed il torrione di sud est.

Divenuto sede delle guarnigioni di Vittorio Amedeo di Savoia nel XVII secolo, il Castello Ursino riacquistò il suo ruolo difensivo cittadino già in epoca napoleonica e da quel momento divenne prima sede delle truppe di Ferdinando II di Borbone nel 1837 e poi caserma del Demanio Regio nel 1860.

Ormai abituati alla sua possente presenza, i veri catanesi lo reputano uno dei simboli più prestigiosi della città e lo vivono a 360° sia fuori, ammirandolo mentre gustano una portata di carne o sorseggiano il loro drink; che dentro, immergendosi in eventi organizzati ad hoc e inebriandosi di cultura e del fascino che le sue stanze sanno trasmettere ancora dopo tantissimi secoli.

Quanti non perdono occasione per entrarci e scoprire i segreti nascosti del Castello Ursino? Se vuoi scoprirne alcuni, continua a leggere e non te ne pentirai!

Castello Ursino

Il Fascino Esoterico e Misterioso del Castello Ursino

I monumenti antichi, si sa, destano sempre un po’ di stupore, generato da quell’alone di mistero che il tempo lascia su di loro. Questo è anche il caso del Castello Ursino, il grande complesso edilizio ricco di ampi ambienti a pianta rettangolare, di lunghi corridoi che si intersecano tra le grandi stanze e di sotterranei che raccontano storie di prigionia e tortura, testimoniati dai numerosi graffiti del cortile risalenti al periodo in cui il Castello era adibito a prigione.

In occasione di eventi o mostre, viene d’istinto dare una sbirciatina a quei corridoi interdetti al pubblico di visitatori, per cercare di intravedere un particolare reale (e non), che possa soddisfare la fervida immaginazione. Eppure a detta di alcuni testimoni, non si tratterebbe solo di immaginazione o di invenzione, ma di qualcosa che si muove veramente nei meandri del Castello Ursino.

Da tanto ormai si parla molto del fascino esoterico del Castello, legato da alcuni alle sue origini e da altri al volere di Federico II di Svevia e dal suo legame non solo con Sant’Agata, confermato dai diversi simboli presenti, come ad esempio il Nodo di Salomone visibile sulla croce posta in cortile come unione tra cielo e terra e tra l’uomo e il divino. O ancora la stella a cinque punte, sita sui balconi di Levante, il cui pentagramma interno simboleggia i cinque elementi metafisici dell’acqua, dell’aria, del fuoco, della terra e dello spirito.

Nonostante alcuni si ostinino ancora a parlare di “leggende metropolitane”, di “storie inventate per attrarre i turisti” o di dicerie di quartiere, ancora oggi sono molte le persone che testimoniano di aver sentito, visto o avvistato qualcosa di strano all’interno del Castello Ursino. E non si tratta delle frasi angoscianti riportate nei graffiti dei sotterranei! Si tratta piuttosto di porte che si aprono e scricchiolano anche quando non c’è corrente d’aria o di strani fenomeni che si verificano di notte, quali urla e rumori vari.

Diversi addetti ai lavori che sono impiegati presso il Castello hanno affermato che, a volte, questi fenomeni si sono verificati anche durante le ore diurne, quando molti dispositivi elettronici andavano in tilt per motivi inspiegabili, le luci si spegnevano da sole senza alcun guasto o anomalia dell’energia elettrica, e soprattutto quando alcuni di loro sono rimasti bloccati fisicamente da una forza superiore senza poter muovere alcun muscolo.

Un altro particolare quasi raccapricciante che fa accapponare la pelle di molti visitatori del Castello Ursino di Catania è lo sguardo ammaliante e ipnotico della “Testa di Ofelia Pazza”, la nobildonna shakespeariana resa folle dall’amore tormentato per il principe danese Amleto riportata nell’opera realizzata dal pittore catanese Michele Rapisardi nel 1865. Sembra infatti che chi la guarda viene catturato mentalmente, restando turbato da questo sguardo che riesce ad insinuarsi nel suo animo.

E poi c’è il fantasma burlone, che si pensa sia quello dello stesso Federico II di Svevia che, infastidito o rassicurato della presenza di molte persone all’interno del proprio castello, si diverte a scambiare le targhette delle opere esposte in mostra, a mandare via la luce durante le rassegne o a fare insoliti rumori ai quali però il personale del Castello è ormai abituato.

Realtà o suggestione non importa! Quel che conta è che questo luogo magico e a tratti surreale si trovi a Catania e che proprio qui racconta ancora secoli e secoli di storia e cultura: ecco in che modo lo fa!.

Il Castello Ursino, Un Luogo Ricco di Cultura e di Storia

Ad attrarre i numerosi visitatori che vi accedono non è solo il suo fascino esoterico, ma soprattutto la possibilità di toccare con mano le ricche testimonianze dei secoli passati. 

Quando nel 20 ottobre 1934 il Castello Ursino venne restaurato e riportato in parte all’originario stile svevo, esso divenne la sede del Museo Civico di Catania, dove si possono trovare le antiche raccolte civiche con le sezioni archeologiche Medievale, Rinascimentale e Moderna, formate da 8043 pezzi tra reperti archeologici, provenienti da Catania, Paternò, Centuripe, Lentini, Roma, Trapani, Caltagirone, Ercolano, Camarina. Epigrafi, monete, sculture, come la statua fittile di Kore trovata ad Inessa-Civita in territorio di Paternò; e ancora pitture, sarcofaghi fittili greci e romani e mosaici.

Al piano terra del Castello è possibile vedere anche risorse provenienti da donazioni di illustri catanesi, come quella di reperti archeologici del Principe Biscari, raccolta dagli scavi eseguiti a Catania, nonché da acquisti fatti a Napoli, Roma, Firenze. O come le collezioni del Monastero dei Benedettini, parte di quella del principe Biscari e parte di quelle donate ad esso dal barone Zappalà-Asmundo.

Insomma, non sembra mancare proprio nulla all’interno di questa fortezza tutta catanese, della quale la città di Catania deve essere sempre fiera!

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