Infermiera aggredita, la solidarietà dell’Azienda: «Grazie per l’intervento, assicurata ogni tutela»
Una giornata ordinaria di lavoro per l’infermiera Giusy Garfì è divenuta improvvisamente pericolosa. L’infermiera è stata aggredita durante il suo servizio da parte di un uomo, il quale si trovava all’ospedale Cannizzaro di Catania accompagnato dalle forze dell’Ordine. L’aggressore è stato condotto...
Una giornata ordinaria di lavoro per l’infermiera Giusy Garfì è divenuta improvvisamente pericolosa. L’infermiera è stata aggredita durante il suo servizio da parte di un uomo, il quale si trovava all’ospedale Cannizzaro di Catania accompagnato dalle forze dell’Ordine.
L’aggressore è stato condotto dagli agenti nel pronto soccorso dopo aver manifestato instabilità. Giunto al PS, l’uomo ha avuto comportamenti violenti, che gli operatori dell’Azienda Ospedaliera hanno tentato di contenere soprattutto a tutela degli altri pazienti.
L’infermiera aggredita Giusy Garfì ha riportato la lesione del tendine del pollice sinistro, che richiederà un intervento di microchirurgia della mano. L’infermiera era in servizio al Triage e non si sarebbe mai aspettata che in luogo ospedaliero avrebbe subito danni permanenti alla mano, che è stata immobilizzata, con una prognosi superiore ai 40 giorni e la necessità di un’operazione di chirurgia plastica con l’obiettivo di recuperare parte della funzionalità perduta.
La dipendente, insieme con il coordinatore infermieristico del Pronto Soccorso Ivan Valenti, dopo i primi trattamenti medici e i primi atti amministrativi, è stata ricevuta dal dott. Salvatore Giuffrida, direttore generale, e dalla dott.ssa Diana Cinà, direttore sanitario, che hanno voluto manifestarle la solidarietà e la riconoscenza dell’Azienda. L’ospedale Cannizzaro ha trasmesso la documentazione relativa alla vicenda all’Autorità Giudiziaria, per le determinazioni di competenza.
Il direttore generale Giuffrida ha dichiarato: «Il servizio di vigilanza e il supporto del Posto di Polizia hanno finora limitato quei comportamenti aggressivi da parte di accompagnatori o familiari di pazienti che si erano registrati in precedenza. Nel caso specifico, la violenza è stata agita da un paziente, dimostratosi all’apparenza collaborativo, appena preso in carico e ancor prima di essere sottoposto a idoneo trattamento. Ringraziamo gli operatori per la tempestività e la determinazione con le quali si sono attivati per evitare conseguenze peggiori. Assicuriamo alla nostra dipendente tutte le tutele del caso e le auguriamo pronta guarigione».