Tokyo 2020: argento per lo schermidore catanese Garozzo, persa la finale con Cheung Ka Long
L’Italia brilla nelle olimpiadi di Tokyo 2020. Come da consuetudine, oramai, la Sicilia è protagonista di molti trionfi. Dal lato orientale dell’Isola a brillare di talento vi è Daniele Garozzo, lo schermidore catanese che continua la sua serie di trionfi anche se quest’ultimo lascia l’amaro in bocc...
L’Italia brilla nelle olimpiadi di Tokyo 2020. Come da consuetudine, oramai, la Sicilia è protagonista di molti trionfi. Dal lato orientale dell’Isola a brillare di talento vi è Daniele Garozzo, lo schermidore catanese che continua la sua serie di trionfi anche se quest’ultimo lascia l’amaro in bocca.
Daniele Garozzo non è riuscito a regalarsi la medaglia d’oro poco prima del suo ventinovesimo compleanno (il 4 agosto). Il fiorettista era riuscito ad arrivare in finale nel fioretto individuale alle olimpiadi di Tokyo 2020, pronto alla sfida con lo schermidore di Honk Kong Cheung Ka Long.
Dopo una sfida abbastanza accesa, con qualche sentore di vittoria da una parte e dall’altra, punto dopo punto, a vincere la finale è Cheung Ka Long. Garozzo perde la finale per 11-15 e seppur è medaglia d’argento, nel viso dell’italiano si nota sin da subito un forte dispiacere.
Rispetto gli anni passati, questa finale per il talento siciliano era agguantabile, potendo ambire senza dubbi anche all’oro. Sceso dalla pedana a fine gara, Daniele Garozzo ha commentato: «Ho lasciato troppo il centro pedana ma non avevo le gambe per difendere tutta la pedana. Cheung Ka Long ha tirato benissimo, ha fatto stoccate importanti. Io avevo dei crampi, un po’ d’affaticamento. M’è capitato altre volte. In semifinale ero andato molto meglio».
Sicuri di rivederlo nuovamente trionfante, vi lasciamo con questa piccola curiosità sulla “territorialità” dell’atleta: Daniele Garozzo è sia catanese che acese, in quanto è nato a Catania secondo il suo gruppo sportivo ma ad Acireale secondo la Federscherma. L’unica certezza è l’immenso talento del quasi trentenne.