Mikhail Albano e la FilmArt, l'artista che trasforma la pellicola trasparente in capolavori

Che Catania, negli ultimi anni, sia diventata metà di numerosissimi artisti, che hanno scelto diversi punti della città per esprimere la propria arte e creatività, è un dato di fatto ben visibile. Bas...

A cura di Manuela Scuderi
30 marzo 2021 08:02
Mikhail Albano e la FilmArt, l'artista che trasforma la pellicola trasparente in capolavori
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Che Catania, negli ultimi anni, sia diventata metà di numerosissimi artisti, che hanno scelto diversi punti della città per esprimere la propria arte e creatività, è un dato di fatto ben visibile.

Basta infatti aggirarsi tra le piazze, le vie del centro storico e limitrofi, per ammirare diversi esempi di street art catanese. Tra questi, non passano di certo inosservati i meravigliosi disegni, realizzati su delle pellicole trasparenti, dell’artista Mikhail Albano, che noi de Il Fatto di Catania, abbiamo intervistato per voi.

Sei nato in Russia, ma ormai possiamo definirti un catanese d’adozione doc. Qual è il tuo rapporto con Catania, e quando hai deciso che sarebbe diventata la tua “galleria” a cielo aperto?

«Si, assolutamente. Sono in Italia da ormai 23 anni, ho vissuto molti di questi tra Milano e Leonforte ma la maggior parte li ho trascorsi a Catania, città in cui vivo attualmente. Catania per me rappresenta la crescita, io qui sono cresciuto ma nel vero senso della parola: ho iniziato a pensare seriamente al mio futuro e all’uomo che volevo diventare. Mi muovo nel campo dell’arte da diverso tempo, ho fatto parecchie mostre disseminando i miei quadri in giro per il mondo e dal momento in cui a causa della pandemia tutto questo non mi è più stato possibile, ho sentito il bisogno di trovare una strada alternativa per continuare a condividere in maniera diretta la mia arte con gli altri, oltre ovviamente a farlo attraverso i social. Così è nata la FilmArt

Girando per la città è facile imbattersi nelle tue meravigliose opere, e ammirare come la pellicola trasparente si tramuti nella tua tela. Come nasce l’idea?

«Forse in parte ho già risposto a questa domanda ma proverò a farlo in maniera più esaustiva. Partiamo dal fatto che io non riesco a non fare, a stare fermo. Sono sempre in movimento, alla ricerca del nuovo, mi piace sperimentare e cercare di soddisfare il mio Estro. Già dalle prime settimane di lockdown ho cercato di non farmi sopraffare dalla noia, al contrario ho avuto quel guizzo che mi ha portato all’idea della pellicola in strada. Dopo, mi sono attrezzato e ho solo aspettato il momento giusto per iniziare.»

Quali sono i tempi di realizzazione?

«Il tempo di realizzazione diminuisce o aumenta a seconda del soggetto ma orientativamente varia tra l’una o le due ore.»

In base a cosa scegli i luoghi e i soggetti per le tue opere? Quali sono i messaggi che vuoi inviare?

«I luoghi li scelgo a caso, di solito mi lascio semplicemente ispirare dal paesaggio, dal contesto. Uso un supporto del tutto biodegradabile e compostabile che mi permette di lasciare le mie opere in tutta tranquillità, senza il dubbio di poter far male all’ambiente o qualunque essere vivente. Questo mi dà modo di poter toccare uno dei temi più discussi negli ultimi anni ovvero quello dell’inquinamento. Inoltre, ho un progetto ambizioso se così può essere definito…vorrei poter “educare” la gente al bello e all’arte. Lasciando le opere in giro per le strade, i parchi decido di regalarle a chiunque passi da lì

Com’è stata l’accoglienza da parte dei catanesi?

«Seppure moltissimi apprezzano e manifestano la loro stima nei miei confronti, altri distruggono delle volte purtroppo anche subito dopo la realizzazione. Voglio comunque precisare che il vero problema per me non è questo, assolutamente: io ricomincio da capo senza difficoltà alcuna, però inevitabilmente mi dispiace per vari motivi.»

Sappiamo che è come chiedere ad un padre quale sia il figlio preferito, ma c’è in effetti un’opera a cui sei particolarmente legato?

«Se parliamo sempre di FilmArt rispondo di no, se per un attimo guardo ai miei quadri ad olio allora qualche preferenza c’è. In particolare “l’attimo della memoria” un’opera che raffigura l’occhio dell’elefante. I più curiosi possono trovarla sui miei social, mi rendo conto che l’impresa sarà ardua perché bisognerà prima sfogliare centinaia di foto. Ma forse basterà digitare il titolo su Google e qualcosa dovrebbe uscire fuori.»

Attualmente, dove possiamo ammirare i tuoi disegni?

«Oltre appunto sui social e in giro per il web, attualmente a Catania ci sono “Il bacio di Klimt” in via Josemaria Escriva, e il “Riflesso dell’urlo” in Piazza G. Verga.»

Puoi dare ai lettori de il Fatto di Catania qualche anticipazione sui tuoi prossimi progetti?

«Purtroppo per forza di cose molti progetti sono stati rinviati a data da definirsi e molti altri addirittura cancellati. Quindi, pur non essendo un superstizioso preferisco non parlare prima. Posso però anticipare che sicuramente prima della fine della settimana vi regalerò un’altra delle mie opere

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