Lavoratori Pubbliservizi preoccupati per il (dubbio) futuro dopo il commissariamento. Ugl chiede udienza a Pogliese e al commissario straordinario
Non è la prima volta che il sindacato Ugl (Unione Generale del Lavoro) invia una richiesta d’incontro al Sindaco di Catania Salvo Pogliese e al commissario straordinario della partecipata “Pubbliservizi” Maria Virginia Perazzoli ma stavolta utilizza anche la Stampa. Catalano: «Basta diatribe sulla s...
Non è la prima volta che il sindacato Ugl (Unione Generale del Lavoro) invia una richiesta d’incontro al Sindaco di Catania Salvo Pogliese e al commissario straordinario della partecipata “Pubbliservizi” Maria Virginia Perazzoli ma stavolta utilizza anche la Stampa. Catalano: «Basta diatribe sulla società, i lavoratori temono passi falsi e conseguenze nefaste».
Da un lato il sindacato sicuro di agire nell’interesse del lavoratore dall’altro i sei attori principali che ruotano intorno all’azienda: Il Sindaco di Catania Salvo Pogliese, il commissario straordinario Maria Virginia Perazzoli e i tre componenti del neo nominato Consiglio d’amministrazione della partecipata Pubbliservizi. Secondo la Ugl di Catania la richiesta di un incontro non sarebbe stata accolta da nessuno degli esponenti.
La vicenda e le relative preoccupazioni sono esplicate dal componente della segreteria confederale territoriale della Ugl Carmelo Catalano: «Già a dicembre scorso abbiamo chiesto prima e sollecitato poi una convocazione dato che siamo parecchio preoccupati per la situazione che sta vivendo oggi l’azienda. Dopo due anni di commissariamento i lavoratori non hanno notizie su quale sia la condizione di cassa anche in relazione al contratto di servizio ed al pagamento dei fornitori. Auspichiamo, oltretutto, che la riunione alla presenza di tutte le compenti amministrative ed aziendali, serva pure a chiarire alcuni aspetti relativi all’organico ed ai mezzi a disposizione dei reparti operativi.
Gli oltre 300 impiegati della “Pubbliservizi” temono che eventuali passi falsi o ritardi possano far ripiombare nuovamente nel baratro la società, con conseguenze nefaste per l’occupazione. Riteniamo che la partecipata debba essere salvaguardata rispetto ad ipotetiche sterili diatribe tra le parti, che possono soltanto fare male al contesto aziendale».