“Fino a un infermiere su cinque è contagiato”, la denuncia di Nursind Catania
Soldati in prima linea che lavorano, gomito-gomito con i medici in questa dura battaglia contro il Covid-19: sono gli infermieri che quotidianamente sono schierati in corsia. Anche per loro le condizioni di lavoro diventano sempre più difficili, a causa del continuo aumento dei contagi, che mettono...
Soldati in prima linea che lavorano, gomito-gomito con i medici in questa dura battaglia contro il Covid-19: sono gli infermieri che quotidianamente sono schierati in corsia.
Anche per loro le condizioni di lavoro diventano sempre più difficili, a causa del continuo aumento dei contagi, che mettono in pericolo la loro stessa salute.
“Fino a un infermiere su cinque è contagiato”. È l’allarme lanciato dal Nursind Catania che chiede interventi e misure più importanti ed efficaci per prepararsi all’inverno che si appresta ad arrivare, e soprattutto per cercare di scongiurare l’implosione degli ospedali per i troppi ricoveri.
Per il Nursind “bisogna procedere con l’assunzione immediata di personale infermieristico e Operatore socio sanitario”.
Il problema di questi ritardi viene attribuito all’immobilismo estivo: “Si è fatta scadere una graduatoria dove si poteva attingere fino al 30 settembre – spiega la segreteria territoriale guidata da Salvo Vaccaro – recuperando personale in molti casi già formato. La mobilità non è stata espletata a causa di un’inutile prova, il colloquio, e le procedure di reclutamento a tempo determinato sono partite solo qualche giorno fa invece di essere bandite in estate”.
Questo comporta che “il sistema di tracciamento proceda eccessivamente a rilento, le strutture continuano a rilevare numeri eccessivamente elevati di infermieri e personale sanitario positivi al virus e quindi costretti all’isolamento domiciliare. Rileviamo percentuali fino al 20% di sanitari positivi con e senza sintomi. Di questo passo ci troveremo a breve a chiudere intere unità operative per carenza di personale dato l’elevato tasso di positività tra gli operatori”, concludono dal Nursind.